E’ possibile comprendere e prevedere la complessità che caratterizza una performance sportiva? I modelli matematici e fisici possono essere utili per lo studio delle infinite variabili che interagendo fra loro danno luogo ad prodotto difficilmente prevedibile? Intorno a questi interrogativi si articola il sesto seminario tecnico che si tiene oggi alla Scuola dello Sport.
Ospiti autorevoli della giornata di studio sono docenti dell’Università di Palermo e di Messina e del CNR, impegnati in un gruppo di lavoro multidisciplinare sulla complessità che ha prodotto studi applicativi in ambiti fra loro molto diversi, come i mercati azionari,la dinamica di specie e le migrazioni, le diagnosi mediche, le relazioni sociali. Il metodo proposto consiste nel semplificare realtà complesse enucleando le variabili più significative per giungere poi alla creazione di un modello che permetta la previsione ma anche la modificazione del sistema.
Dopo il saluto del prof. Renato Manno, il Presidente Antonio Urso ha introdotto i lavori sottolineando l’innovatività del tema che ha aperto un nuovo capitolo nella scienza che dovrà trovare riscontro anche nell’ambito dello sport, portando inevitabilmente a rivedere i criteri che orientano la formazione, la ricerca, la valutazione ed anche l’applicazione sul campo dei risultati.
Si sono succedute nella mattinata e nel primo pomeriggio le relazioni del prof. Salvatore Spagnolo, fisico teorico, del prof. Fabio Bagarello, matematico, del dott. Francesco Gargano, statistico e del matematico prof. Francesco Olivieri. Obiettivo comune alla diverse relazioni presentate è stato quello di comunicare ai tecnici sportivi presenti in aula quali strumenti e quali chiavi di lettura la teoria della complessità può offrire al mondo dello sport, con l’intento di favorire un dialogo fra chi sta in laboratorio e spesso non conosce le problematiche dello sport e chi sta sul campo e non conosce le potenzialità che la scienza può offrire.
La tavola rotonda prevista nel pomeriggio intende proprio favorire questo scambio di prospettive, attraverso il confronto fra i modelli di prestazione che caratterizzano le differenti discipline sportive e il quadro interpretativo proposto dal paradigmadella complessità.
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