Una serie di incontri per proiettare lo sguardo verso un lontano orizzonte, provando a tratteggiare i contorni dello sport che vivremo nel futuro. E’ andato in scena oggi, all’Aula Magna dell’Acqua Acetosa, il primo atto dell’iniziativa promossa dalla Scuola dello Sport del CONI e sviluppata grazie alla partecipazione di qualificati rappresentanti del tessuto imprenditoriale e sociale del Paese per analizzare l’evoluzione del nostro mondo. Il protagonista del primo appuntamento di “Io e lo sport che verrà” è stato Stefano Domenicali, Ad di Lamborghini e una passione smisurata per il movimento, certificato anche dalle esperienze maturate nel corso della sua carriera. All’evento hanno partecipato olimpionici, atleti, diversi Presidenti e Segretari Federali, dirigenti, rappresentanti del mondo sportivo e gli studenti del Convitto.
L’evento è stato aperto dal saluto del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, che ha ricordato l’importanza del progetto e il legame che, da sempre, lo lega a Domenicali. “Sono contento di partecipare a questa ‘prima’ con Rossana Ciuffetti e Alberto Acciari, ideatori di questa iniziativa. Sono felice che ci sia Stefano, il cui destino si è spesso incrociato con il mio a ogni livello, perché è uomo di sport, sa, conosce e si informa con costanza. Porta una testimonianza vera, viva, di qualità. Oggi è Ad di Lamborghini, nessuno conosce meglio di lui quel segmento di auto ed è inevitabile che le cose funzionino bene. Da loro si respira atmosfera di casa, nel solco della tradizione che apre all’innovazione. Quando volevamo portare a Roma i Giochi Olimpici del 2024, evento che avrebbe cambiato il volto del Paese, avevamo pensato a lui come uomo di riferimento e lui avrebbe accettato, nonostante l’aspetto economico. Per quanto riguarda il tema dell’incontro vorrei ricordare che ormai le novità sono all’ordine del giorno mentre prima ci trovavamo a parlare ogni 30 anni di uno sviluppo in questo senso. Quindi si tratta di un’analisi di grande interesse, che potrà garantire importanti spunti di riflessione”.
Stefano Domenicali, dopo aver ricevuto la medaglia di Roma ’60 dal Presidente Malagò, ha raccontato la sua esperienza ed espresso la visione del domani. Da imprenditore e appassionato uomo di sport. “Questo invito mi inorgoglisce perché il vostro mondo è anche il mio, lo sento così. E sappiamo tutti che ci abitua a guardare sempre avanti. E’ inevitabile collegare vari temi, partendo da quello sociale. C’è un’evoluzione costante, pensiamo alla globalizzazione. Qualche anno sarebbe stato impensabile immaginare certe discipline inserite nel programma olimpico e questo ci insegna che niente è scontato. Dovremo essere in grado di gestire le novità. Certe tendenze vanno studiate: i vari flussi, il fatto di sentirsi protagonisti del proprio destino. Questo cambia anche l’approccio allo sport, che oggi viene letto da molti come voglia di wellness e sappiamo quanto questo incida anche sulla riduzione delle spese sanitarie. L’attenzione delle imprese è fondamentale: c’è la responsabilità sociale per l’approccio benefico che è fondamentale. Senza dimenticare mobilità e connettività. Per capire dove sarà diretto lo sport nell’ottica del 2030 utilizzo come parametro i ragionamenti che posso fare per il mio settore: lì ci sono 3 macro trend da gestire. Penso alla digitalizzazione, che ha permesso allo sport di crescere, attraverso l’analisi dei dati e la loro interpretazione. E’ in parte un ponte con il mondo industriale. C’è un ricorso sempre più marcato alle simulazioni, che hanno fatto sviluppare il mondo degli ESports, da non confondere con le discipline sportive ma comunque da analizzare per il fenomeno che rappresentano, per la dimensione che avrà un impatto sempre più significativo. Ho la fortuna di girare il mondo e lo sport si evolve in base alla società in cui si trova a lavorare però è fondamentale ricordare che l’approccio alla sfida è un leit motiv in ogni ambito, fondamentale per crescere. Il tema delle infrastrutture é altrettanto fondamentale. Lo sport va vissuto come fattore culturale di crescita mondiale. Penso a un recente progetto sviluppato per gestire il futuro dei campioni NBA nel dopo carriera. Il mondo agonistico va letto come percorso di formazione qualsiasi sia il ruolo. Anche se tutto cambia intorno, non ci sono risposte univoche a prescindere. Esiste sicuramente una verità assoluta: va conservata la centralità dell’uomo, far ruotare intorno a lui la miriade di cambiamenti che avverrà”.
Il dibattito è stato chiuso dall’intervento del Presidente del CIP, Luca Pancalli. “Credo che nel momento in cui ci si confronta ogni ragionamento deve essere connesso al mondo che viviamo. Ci confrontiamo con dimensioni di varia natura. Lo sport é un’agenzia educativa per i giovani. Penso a Pechino 2008 a livello Paralimpico, quanto ha lasciato come legacy sotto il profilo del rispetto dei diritti delle persone disabili. Senza dimenticare la dimensione tecnologica, che ha regalato mobilità al nostro mondo, cambiandolo e dandoci sicurezza ma concordo nell’affermare che non va mai persa la centralità dell’atleta”. Il prossimo appuntamento è in programma il 23 ottobre e prevede l'incontro con l'Ad di Enel Energia, Francesco Starace.