Alberto Cei
Organizzazione e leader
Dai nuovi modelli organizzativi alla formazione continuativa
I cambiamenti avvenuti nello sport richiedono nuove forme organizzative e decisionali tali da consentire alle Federazioni sportive nazionali (Fsn) e alle Discipline sportive associate (Dsa) di gestire con successo la crescente complessità e pluralità degli obiettivi da raggiungere. Identificata la missione delle Fsn in termini di produzione, promozione e educazione alla cultura sportiva e contributo alla diffusione
del fenomeno sportivo fra i cittadini e allo sviluppo di prestazioni sportive di livello assoluto, su questa base si stabiliscono gli obiettivi strategici delle organizzazioni sportive e cosa si debba intendere per qualità in attività che producono cultura sportiva attraverso l’erogazione di servizi per lo sport. Nell’analisi delle strategie da adottare, il modello proposto da Mintzberg è affiancato dall’approccio per tipologie di strategie di Miles e Snow. Si propone il modello del coaching come processo elettivo di autosviluppo manageriale per il raggiungimento di prestazioni eccellenti, che si attua attraverso l’affermarsi di aspettative di miglioramento realistiche, ma sfidanti e dei piani di azione necessari al loro conseguimento.
Marco Arpino, Matteo Bovis
Tenersi in forma al lavoro
La promozione della salute nel luogo di lavoro: il ruolo dell’attività fisica
Negli ultimi anni, nelle società più sviluppate è cresciuta la consapevolezza che il luogo di lavoro, in quanto capace di influenzare profondamente il benessere fisico, mentale, economico e sociale è uno dei principali scenari nel quale promuovere la salute mediante l'attuazione di specifici programmi generalmente definiti con la locuzione di Worplace Health Promotion e all'interno dei quali la pratica dell'attività fisica riveste un ruolo centrale. In questo studio, viene tratteggiato il percorso intrapreso nel mondo del lavoro verso un approccio attivo delle aziende e delle pubbliche istituzioni nei confronti della promozione dello sport tra i propri dipendenti: sono così riportati in una visione diacronica della letteratura esistente, studi, raccomandazioni, linee-guida pubblicati da diversi Organismi internazionali, che concordano nel considerare la pratica sistematica delle attività motorie dei lavoratori un fattore indispensabile per il mantenimento della salute e del benessere delle persone al lavoro (workplace wellness), necessari per migliorare l'offerta dei beni e servizi aziendali, ma ancor più per contribuire all'abbattimento dei costi sanitari sia per il datore di lavoro sia per l'intero Sistema-Paese. Si aprono così scenari di formazione e valorizzazione di nuove figure di operatori sportivi - che prestano la loro
professionalità nel campo delle scienze motorie al servizio delle aziende - verso le quali permane altissima la sensibilità del modello sportivo italiano organizzato ed in particolare dell'architettura didattica della Scuola dello Sport.
Trainer’s digest
Chi si siede è perduto
a cura di Mario Gulinelli
Kuno Hottenroth, Georg Neumann
La supercompensazione è ancora attuale?
Le nuove conoscenze sui processi molecolari durante i carichi di allenamento e il modello della supercompensazione
Alcune scoperte recenti che riguardano i processi molecolari che accompagnano gli stimoli prodotti dal carico di allenamento offrono l’occasione per rivedere l’ormai trentennale modello della supercompensazione di Jakowlew, del quale ci si è serviti, finora, per spiegare l’adattamento nell’allenamento sportivo. A livello molecolare esiste una struttura gerarchica di proteine di segnalazione che rielaborano gli stimoli del carico attraverso stadi diversi di incremento della sintesi proteica, portando a cambiamenti strutturali. L’allenamento della endurance e quello della forza provocano cascate diverse di segnali. Prima di raggiungere un livello più elevato di adattamento sono necessarie da quattro a sei settimane di allenamento, durante le quali l’organismo deve necessariamente passare per tre stadi differenti, rappresentati dall’aggiustamento, dall’adattamento e dalla rigenerazione. Viene esposto un modello a quattro stadi dell’adattamento sulla cui base possono essere sviluppate le capacità fisiche dell’atleta in maniera relativamente stabile.
Trainer’s digest
Il mondo alla rovescia
a cura di Mario Gulinelli
Enrico Arcelli, Fabio Parazzoli, Emanuele Tibiletti, Giampiero Alberti
L’ombra del dubbio
I record del mondo dell’atletica ottenuti da donne e da uomini
fra il 1985 e il 1995
Fra le prove individuali dell’atletica, ce ne sono otto maschili e ben dodici femminili nelle quali i record del mondo sono particolarmente longevi, risalendo al periodo compreso fra il 1985 e il 1989. Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che, soprattutto fra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, le prestazioni delle donne si siano avvicinate notevolmente a quelle degli uomini per via dell’utilizzo di sostanze non legali, capaci di incrementare maggiormente le prestazioni femminili rispetto a quelle maschili. Il successivo allontanamento dei risultati delle atlete da quelli degli atleti può essere dovuto, secondo essi, all’introduzione di test antidoping più efficaci. In questo articolo sono stati proposti due criteri in base ai quali si può valutare se é minore o maggiore il dubbio relativo alle prestazioni ottenute nelle diverse specialità dell’atletica fra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. Le perplessità maggiori riguardano senz’altro i lanci del peso e del disco, seguiti dai salti in alto e in lungo e dalle prove di velocità, con maggiori indizi per i 400 m e per i 200 m piuttosto che per i 100 m. È assolutamente necessario precisare, tuttavia, che non è detto che si debbano avanzare dubbi per tutte le prestazioni ottenute in quegli anni in tali prove, così come non è certamente vero che non si sia dopato nessuno degli atleti delle specialità non sospette, né tantomeno che dal 1996 in poi nessun atleta sia ricorso a farmaci proibiti. Viene proposto, in ogni caso, di riscrivere le tabelle dei record del mondo maschili e femminili dell’atletica a partire dal 1° gennaio 1996 o eventualmente dal 1° gennaio 2000.
Gudrun Fröhner
La capacità di carico nello sport giovanile
Sesta parte: la prevenzione negli sport tecnico-combinatori
Negli sport tecnico-combinatori soprattutto nelle prime tappe dell’allenamento, la costruzione a lungo termine della prestazione richiede che coloro che compongono il gruppo che segue i giovani atleti dedichi grande attenzione a sviluppare e garantire la capacità di carico. Conoscere quali sono i rischi che comporta l’aumento delle richieste di prestazione rappresenta il presupposto di ogni prevenzione. Proprio negli sport che sono oggetto di questo lavoro (pattinaggio su ghiaccio di figura, ginnastica ritmica, ginnastica artistica e tuffi) esiste un’ampia convergenza per quanto riguarda le indicazioni per le visite mediche preventive e le misure dirette a garantire e sviluppare la capacità di carico da adottare nella metodologia dell’allenamento. Attraverso l’esposizione delle particolarità specifiche di ciascuno sport alle quali si deve prestare attenzione si vuole fornire agli istruttori, agli allenatori e ai medici sportivi un rapido panorama delle nozioni necessarie che debbono essere alla base dei programmi di prevenzione, la cui elaborazione è assolutamente necessaria in questi sport.
Trainer’s digest
La muscolatura addominale nell’allenamento femminilea
cura di Olga Yurchenko
Dario Colella, Anna Sorressi, Milena Morano
Prestazione motoria e percezione di sé
Sviluppo motorio, autoefficacia e pratica sportiva in età evolutiva
Nell’età evolutiva esperienze motorie e sportive positive contribuiscono allo sviluppo dell’autopercezione delle competenze motorie. Lo studio si propone di analizzare e confrontare i livelli di sviluppo motorio e di self-efficacy motoria in riferimento alle variabili di pratica sportiva e di genere. Il campione è costituito da quattrocento bambini (età 8-10 anni) suddiviso secondo il genere e la pratica sportiva extrascolastica. Nel presente lavoro la pratica sportiva extrascolastica non determina differenze significative sullo sviluppo motorio, ma emergono differenze sullo sviluppo psico-affettivo: i bambini praticanti avviamento allo sport hanno convinzioni di auto-efficacia superiori rispetto ai bambini non praticanti attività sportiva extrascolastica. I risultati evidenziano differenze statisticamente significative (p<0,05) nel confronto di genere, indipendentemente dalla pratica sportiva extrascolastica, riguardo ai livelli di sviluppo motorio condizionale e coordinativo. In tutti i test motori non si riscontrano differenze significative tra bambini praticanti e non praticanti. Si rilevano differenze statisticamente significative nella scala di self-efficacy (p<0,01) riguardo la pratica; differenze significative, inoltre, si rilevano nel confronto di genere, le femmine evidenziano un sentimento di auto-efficacia inferiore rispetto ai maschi.
Carlo Amenta
Giustizia sportiva e interesse economico
Fra giustizia sportiva e interesse economico: l’impatto
della retrocessione della Juventus sulla domanda di calcio in Italia
L’obiettivo del presente lavoro è di misurare l’impatto della retrocessione della Juventus sulla domanda di calcio in Italia, rappresentata dal numero di spettatori che hanno assistito alle partite del campionato. A seguito della condanna per gli illeciti commessi con riferimento a trentanove partite della stagione sportiva 2005/2006, diversi commentatori si espressero sulla sostanziale mitezza della sanzione comminata e molti arrivarono anche a invocare la radiazione della società. A parziale
giustificazione di tale presunta clemenza ci sarebbero i motivi economici legati al danno che la scomparsa della più blasonata squadra italiana avrebbe portato all’intero movimento calcistico. L’ipotizzato impatto negativo della retrocessione della Juventus è stato quindi testato empiricamente attraverso la stima di un modello econometrico di domanda a effetti fissi su dati panel costituiti da tutte le squadre di serie A e serie B per le stagioni 2004/2005, 2005/06 e 2006/07. Si è utilizzata una variabile dummy che ha assunto valore 1 nella stagione 2006/2007 in cui la Juventus è stata in serie B e 0 nelle altre due stagioni, secondo lo schema tipico dell’esperimento naturale. L’impatto e la significatività di tale variabile sul logaritmo degli spettatori allo stadio nelle varie stagioni è servita per testare empiricamente l’ipotesi. Gli altri regressori del modello riguardano variabili sportive e socio-economiche. Per evitare stime distorte causate da possibile endogeneità delle variabili è stato utilizzato uno stimatore a due stadi con l’inclusione di variabili strumentali relative a fattori sportivi. Come ipotizzato la retrocessione della Juventus ha determinato una variazione percentuale negativa nel numero di spettatori allo stadio per serie A e serie B. Il calo di spettatori nelle partite di serie A non è stato compensato dall’aumento di quelli delle partite di serie B in cui la Juventus è stata impegnata. I risultati ottenuti sono, quindi, utilizzati per alcune considerazioni sul rapporto tra la commercializzazione dello sport e la salvaguardia dei suoi valori sociali e per un ripensamento del sistema sanzionatorio.