FEDERAZIONI
A cura di
Andrea Minichilli, Guglielmo Filippi
FEDERAZIONE GINNASTICA D’ITALIA
METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO
Claudio Mantovani
LA LEADERSHIP TRASFORMAZIONALE NELLO SPORT
Il quadro teorico e una proposta pratica
Il 5 settembre scorso si è tenuto a Firenze un seminario sull’allenamento giovanile. Il sottotitolo dell’iniziativa rappresentava una sfida molto interessante: come conciliare la prestazione, la partecipazione e lo sviluppo personale. Il seminario, realizzato dalla collaborazione delle Scuole dello Sport Nazionale e di quella Regionale della Toscana, ha visto la partecipazione, come principale relatore, di Jean Côté. Il Direttore di School of Kinesiology and Health Studies at Queen’s University in Kingston (Canada) ha presentato lo stato di avanzamento degli studi sulla Leadership Trasformazionale (TFL) nello sport. Questo articolo vuole riassumere i temi trattati nel seminario e descrivere uno strumento pratico di intervento nella formazione degli allenatori del settore giovanile. Jaen Côté e Jennifer Turnnridge hanno infatti messo a punto un workshop sulla TFL che è stato presentato a Firenze agli allenatori di diverse discipline sportive che hanno partecipato al seminario e che sono stati direttamente coinvolti in questa esperienza. Nella prima parte, l’articolo presenta il quadro teorico e l’impianto scientifico della leadership trasformazionale
nello sport. Nella seconda parte invece, descrive le linee generali del workshop pratico, illustrando le fasi e gli strumenti utilizzati nell’esercitazione con gli allenatori. La finalità di questa iniziativa è verificare la possibilità di introdurre queste tematiche e questi strumenti nella formazione dei tecnici coinvolti nei settori giovanili delle diverse discipline sportive.
SCIENZA DELLO SPORT
Alexander Törpel, Lutz Schega
RECENTI SVILUPPI NELL’ALLENAMENTO AD ALTA QUOTA
Conoscenze generali e specifiche del nuoto in una visione narrativa
Negli ultimi 40 anni è stata condotta e pubblicata una gran quantità di studi sull’allenamento ad alta quota. Se da un lato si è cercato con essi di far luce sulla relazione dose-risposta di diversi metodi di allenamento ad alta quota, dall’altro si sono voluti approfondire i processi di adattamento generali e specifici di alcuni sport in condizioni di carenza d’ossigeno (ipossia) e l’effetto di alcuni fattori influenzanti. Tali studi sono stati condotti soprattutto negli anni ’90 e 2000. Basandosi su di essi, negli ultimi dieci anni sono state svolte ulteriori ricerche finalizzate ad approfondire le discussioni pratiche e scientifiche sulle conoscenze in tema di allenamento ad alta quota. Questo contributo presenta alcuni risultati e conoscenze sull’attuale stato della questione. Per quanto riguarda l’effetto dei diversi metodi di allenamento ad alta quota, ci si soffermerà in modo particolare sullo sviluppo di tale forma di allenamento nello sport del nuoto. Questo articolo mira a fornire una panoramica aggiornata sull’utilizzo teorico e pratico dell’allenamento ad alta quota nel contesto tedesco e ad incoraggiare un’ulteriore elaborazione scientifica di questa tipologia di allenamento.
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
Dirk Heering
MODELLO DI SPORT DI ALTA COMPETIZIONE NELLO SCI ALPINO
Rappresentazione del modello e effetti sull’allenamento U14
A causa del profilo richiesto, lo sci alpino professionale esige dai suoi praticanti una grande quantità di capacità e abilità sportive e motorie. Poiché questo sport dipende dalle condizioni metereologiche e da quelle proprie del territorio, gli sciatori si trovano regolarmente a dover affronntare situazioni sempre nuove. A ciò aggiungiamo anche le modifiche relative ai materiali, che possono verificarsi di quando in quando e che possono avere un impatto diretto sulla tecnica sciistica. Può accadere che alle modifiche dei materiali seguano anche modifiche al regolamento, cosa che comporta modifiche anche in termini di percorso di gara. L’insieme di tali cambiamenti si ripercuote in modo importante anche sui requisiti della gara e quindi sul profilo dei requisiti richiesti agli sciatori. Benché esista già un modello di struttura delle prestazioni nello sci alpino, per l’allenamento di alta competizione dei giovani, è fondamentale osservare in che misura questo modello sia adatto come base per un allenamento a lungo termine degli atleti U14 (età di 12-13 anni). Nello studio sono presi in esame i bambini della classe U14 all’inizio della loro formazione sportiva, che dovrebbero aver completato quella di base entro l’undicesimo anno di età. In seconda istanza si dovrà analizzare se esistono ulteriori considerazioni relative a un modello di struttura di prestazioni per i giovani atleti dello sci alpino. Considerando l’ontogenesi motoria, sulla base dei risultati della ricerca di un modello, si rappresentano possibili conseguenze sull’allenamento sportivo nei ragazzi U14. Il piano di allenamento Alpin dell’Associazione sciistica tedesca contiene già informazioni circa la formazione di atleti di questa età, obiettivi e contenuti di allenamento, nonché programmazione e condizionamento dell’allenamento sciistico.
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
Stefano Borghi, Laura Gusmini, Antonio La Torre, Luca Filipas
METODOLOGIA DI ALLENAMENTO NELLO SCI DI FONDO
Confronto tra atleti “sprint” e “distance”
La performance nello sci di fondo sprint (<1,3 km) e di endurance (>15 km) è fortemente influenzata dalla capacità aerobica degli atleti. Tuttavia, nella disciplina sprint, la capacità anaerobica contribuisce in modo significativo. Lo scopo di questo studio è quello di indagare le differenze nelle sedute di allenamento annuali in atleti che praticano sci di fondo sprint e di endurance. Cinque atleti di fondo italiani hanno partecipato a questo studio. Tutti hanno gareggiato a livello internazionale e alle Olimpiadi. I programmi di allenamento dei cinque atleti sono stati raccolti dalla stagione 2012/2013 fino alla stagione 2016/2017. Sono stati analizzati diversi parametri: ore di allenamento, numero di gare sprint e di distanza, numero di unità di allenamento condotte a cinque diversi livelli di intensità (L1, L2, L3, L4, L5) e numero di sessioni di forza. Nel periodo agonistico è stata riscontrata una differenza significativa tra atleti sprinter e atleti di distanza nelle ore di allenamento mensile (p = 0,02). Altrettanto significative quelle riscontrate tra i due tipi di gare nell'anno (dicembre, p = 0,03, febbraio, p = 0,02 e periodo 3, p = 0,00005). Le differenze relative al numero di sessioni di allenamento di forza al mese sono state rilevate in maggio (p = 0,002), giugno (p = 0,01), periodo 1 (p = 0,006), settembre (p = 0,03), ottobre (p = 0,02) e dicembre (p = 0,03). Dai risultati del presente studio si può concludere che la metodologia di allenamento degli sciatori italiani di sprint e di distanza è simile. Tuttavia, l’atleta di endurance sostiene più sessioni di allenamento di media intensità (L3), mentre lo sciatore sprint utilizza più forza e sessioni di allenamento ad intensità anaerobica (L5).
SCIENZA DELLO SPORT
Massimiliano Mazzilli, Roberto Benis
INFORTUNI NEL CALCIO FEMMINILE
Parte prima: localizzazione, tipologia, fattori di rischio
Parlare di calcio femminile è come parlare di un “nuovo inizio”…tutto merito dell’ultimo Mondiale che ha fatto migrare l’attenzione dei calciofili intorno all’evento che ha portato il calcio in rosa ad un nuovo livello. Finalmente si è dato importanza ad un evento che ha puntato i riflettori su di un settore dello sport percepito dalla maggior parte dei supporter come poco interessante. Il calcio, così come anche il calcio femminile, si caratterizza come sport ad alta intensità, intermittente e non continuo. I calciatori professionisti mostrano in senso generale un maggior rischio lesionale e volendo confrontare gli infortuni tra calcio femminile e calcio maschile, emerge che le donne soffrono maggiormente di lesioni articolari e legamentose, con maggiore incidenza di infortunio al LCA. Inoltre la popolazione femminile ha una tendenza a incorrere in eventi lesivi a carico del LCA in età più precoce rispetto alla controparte maschile ed in misura minore in infortuni di natura muscolare. Questo è solamente un esempio che deve farci riflettere, supportando nel ragionamento i preparatori fisici che giornalmente lavorano sul campo per migliorare l’aspetto della prevention injury. Consigliamo la lettura di questo articolo con il fine ultimo di poter suggerire agli esperti del settore qualche buona regola, ricordandoci di personalizzare sempre l’intervento di lavoro.
TURISMO SPORTIVO
Edoardo Schiari
NOUVEAUX VOYAGES DANS LES ALPES
Attraverso il Moncenisio
L’esigenza del territorio alpino in questo periodo storico è di trovare nuove vie, aprirsi alla sperimentazione e mettere in campo azioni coordinate e diffuse, capaci di portare ad un nuovo e rinnovato sviluppo. Nella tesi “Nouveaux Voyages dans les Alpes”, si ipotizza di ripartire dall’elemento che già è stato propulsore dello sviluppo montano in passato: lo sport, ideando un itinerario escursionistico con lo scopo di promuovere e valorizzare il territorio che attraversa. Nella Valle di Susa è notevole il numero di progetti ed eventi che ogni anno si occupano di sostenere le bellezze e il patrimonio della Valle, valorizzando il territorio intorno al Moncenisio con le attività sportive: ad esempio la “Red Bull K3”, la “Francigena Valdisusa Marathon”, la “Stellina Race” e nel periodo invernale la traversata del lago con i cani, la scalata delle cascate di ghiaccio e molti altri. Eventi sportivi temporanei, ma anche progetti atti ad una vera promozione del territorio, come la via Francigena, l’itinerario della Sindone tra Chambery e Torino, il cammino di San Michele e il più recente progetto della ciclovia “AIDA”, promosso da FIAB e da “Valle di Susa Tesori di Arte e Cultura Alpina”. A questi numerosi progetti ed eventi locali si affianca il crescente interesse per i cammini e per i passi alpini, per lo sviluppo di un turismo dolce che faccia nascere un nuova e rinnovata visione per la scoperta “lenta” dei territori. Questo lavoro di tesi pone le basi non solo per la creazione di un itinerario escursionistico, ma anche per la nascita di nuove imprenditorialità e nuovi sbocchi lavorativi che possono svilupparsi lungo l’itinerario. L’ideazione di un albergo diffuso proposto in questo lavoro non è che un progetto pilota, un esempio di come nuove imprenditorialità, in questo caso legate alla ricettività, possano nascere e evolversi a seguito di interventi a sfondo sportivo, diffusi sul territorio.
SPORT GIOVANILE SCOLASTICO
Paolo Seclì
PROMOZIONE DELL’EDUCAZIONE FISICA NELLA SCUOLA PRIMARIA
Parte quarta: I Quaderni di Sport di Classe
La quarta parte dell’articolo sui Quaderni di Sport di Classe – Volume 2, propone i focus formativi e le indicazioni sull’approccio metodologico-didattico consigliato per l’insegnamento dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria. Le venti schede attività/gioco e schede laboratorio contenute nel Quaderno, indicano come coniugare la parte teorica a quella pratica attraverso esemplificazioni di possibili attività e strategie per l’inclusione di tutti gli alunni. I Quaderni di Sport di Classe caratterizzano il percorso formativo dei tutor sportivi scolastici e degli insegnanti di classe, divenendo elemento essenziale del Progetto nazionale Sport di Classe – promosso e realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) – destinato alla promozione dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria.