MATCH ANALYSIS E SPORT DI RACCHETTA
Dario Dalla Vedova, Maurizio Besi,
Francesca Romana Gardini, Valentina Becchi, Valerio Carlozzi, Claudio Gallozzi
L’analisi delle competizioni per la valutazione tecnico-tattica degli sport di racchetta
Si analizzano i più recenti sviluppi relativi agli sport di racchetta (SR) con l’applicazione dei moderni ritrovati tecnologici. A tale scopo è stata analizzata la letteratura scientifica sull’argomento per evidenziare i filoni di ricerca più seguiti e con maggiori ricadute pratiche. Si riportano esempi di quanto realizzato dall’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport “Antonio Venerando” del Coni, Dipartimento Scienza dello Sport con progetti mirati e studi sul campo in collaborazione con le Federazioni sportive nazionali degli SR: FIT, FITET e FiBa. Si evidenzia come nuovi contributi arrivino continuamente da tutte le discipline scientifiche applicate allo sport. Tra i metodi usati per lo studio della performance, l’analisi notazionale riveste un ruolo prioritario per facilità di applicazione e stretto collegamento con ciò che avviene durante la gara, fornendo un quadro globale di valutazione degli aspetti tecnici e tattici. Proprio gli SR hanno incoraggiato lo sviluppo dell’analisi notazionale in quanto misura di spazi percorsi e di tempi di gioco e di recupero. Vista la rilevanza pratica dello studio temporale degli incontri, in collaborazione con i tecnici della FITET, è stata messa a punto una metodica per la misura dei tempi effettivi di gioco partendo dalle tracce sonore dei filmati. Con il supporto delle metodiche di videoanalisi e di telecamere ad alta velocità sono stati misurati poi parametri quali spin della pallina, tempi e punti di contatto con la racchetta, confrontandoli con i dati presenti in bibliografia. Con la stessa metodica insieme alla Scuola Nazionale Maestri della FIT è stata analizzata la struttura spazio-temporale di esecuzione dei fondamentali dei più forti atleti del mondo. Un altro importante filone di studio è rappresentato dagli aspetti dinamici degli SR: l’analisi delle forze in gioco ha infatti importanti ricadute pratiche sulla preparazione fisica, sulle tecnologie dei materiali sportivi e sulla prevenzione degli infortuni. Si riportano così le analisi effettuate sui servizi del tennis con due piattaforme inerziali posizionate su polso e schiena degli atleti. Le accelerazioni misurate durante le partite possono essere messe in relazione con il costo energetico e la potenza metabolica e utilizzate per l’elaborazione di indici per la valutazione delle prestazioni degli atleti. In tale ambito, con la FIBa è iniziato un progetto per il calcolo di un indice (Player Load) per la valutazione del carico sostenuto durante il gioco. Il nostro Paese può vantare il primato nello sviluppo e nell’utilizzo di sistemi di cinematica 3D applicati allo sport e in particolare agli SR. Con questa strumentazione, integrata ad un elettromiografo, con il contributo della FITET, sono state analizzate la cinematica dei vari segmenti corporei superiori e le attivazioni muscolari di due pongisti durante la simulazione di una partita.
LA MOTIVAZIONE ALLA PRATICA DELLA PALLAVOLO
Valter Borellini
Obiettivi e risultato di una ricerca della Federazione italiana pallavolo
La Federazione Italiana Pallavolo, attraverso il suo Comitato Tecnico Scientifico ha promosso una ricerca per raccogliere informazioni sulle motivazioni che spingono i giovani e le giovani a praticare la pallavolo, per programmare al meglio e intraprendere iniziative mirate ad aumentare la pratica della pallavolo a livello giovanile. Così è stata progettata un’apposita ricerca su variabili psicologico-sociali, con questi obiettivi: raccogliere il grado di motivazione allo sport, distinguendo i fattori che dirigono i comportamenti dei giovani verso la pratica sportiva della pallavolo; verificare la distribuzione di tali fattori per area territoriale, genere e età; verificare eventuali correlazioni tra le variabili indipendenti e le variabili dipendenti che portano i giovani a praticare lo sport; individuare e proporre aree su cui attivare azioni e, partendo dai risultati della ricerca, promuovere e sviluppare la pratica della pallavolo a livello giovanile. La ricerca, di tipo trasversale, ha adottato il quadro teorico di riferimento della teoria dell’Autodeterminazione (Self Determination Teory-STD di Deci e Rayan) ed ha interessato 13.036 ragazzi/e di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Lo strumento di valutazione utilizzato è stato un questionario con 32 item somministrato al target in forma controllata. Oltre a confermare le basi teoriche
di riferimento, i primi risultati offrono spunti di riflessione sulle variabili psicologiche che maggiormente incidono sulla motivazione. In particolare i fattori motivanti più rilevanti sono “il piacere e il divertimento a praticare la disciplina”, “la volontà di miglioramento degli aspetti tecnici” e ”il piacere di mantenere relazioni sociali con amici”. Non sono state rilevate differenze significative tra la motivazione nei maschi e nelle femmine, mentre vi sono differenze a livello geografico.
IL RUOLO DELLA PREPARAZIONE ALLE GARE NELLO SPORT GIOVANILE
Vladimir Platonov
Riflessioni sulla preparazione forzata alle gare nella costruzione pluriennale della prestazione dei giovani atleti e sui Giochi olimpici
Un atleta può ottenere la realizzazione completa delle sue doti genetiche e la piena espressione del massimo delle sue capacità fisiche solo sulla base di una preparazione pluriennale pianificata. Una preparazione forzata associata a una specializzazione e un orientamento precoce a partecipare a competizioni di livello elevato va contro principi e leggi di importanza fondamentale di una concezione razionale di una costruzione pluriennale a lungo termine della prestazione. Un sistema di competizioni che non tenga conto delle particolarità dell’età e che stimoli allenatori, dirigenti e atleti a una preparazione forzata in vista di ottenere record e successi nelle gare delle categorie giovanili comporta il rischio di infrangere tali principi e leggi e di compromettere la possibilità future dei giovani di ottenere risultati elevati nell’età dei massimi risultati.
Tale rischio è nascosto in tutte le gare giovanili a livello nazionale e internazionale, compresi i Giochi olimpici giovanili se in essi, contrariamente alla loro idea originaria, continuerà a essere data priorità ai risultati e ai successi nella competizione tra le squadre nazionali dei vari Paesi.
TRAINER’S DIGEST
A cura di Mario Gulinelli
Sport giovanile, selezione e promozione dei talenti: le posizioni di Lipsia
“CERCARE LA VERITÀ ATTRAVERSO I FATTI"
Klaus Bartonietz
Lo sport d’alto livello in Cina – il punto di vista di un allenatore
In questa prima parte di un ampio rapporto sullo sport cinese, basato sull’esperienza personale dell’Autore – che ha allenato la nazionale cinese di lancio del giavellotto femminile – e su informazioni ricavate da fonti della stampa cinese e straniera e da pubblicazioni scientifiche cinesi, dopo un sintetico excursus storico sullo sviluppo dello sport di alto livello cinese si tratta dell’intreccio tra società, economia e sport in Cina con particolare riferimento all’evoluzione della politica sportiva nazionale cinese nel periodo che va dai Giochi olimpici di Pechino del 2008 a quelli di Londra del 2012.
INTERVAL TRAINING VS SMALL-SIDE-GAMES
Nazareno Tozzo, Gianluca Briotti, Sergio Roticiani Bruno Ruscello, Stefano D’Ottavio
Effetti allenanti di due differenti metodiche di allenamento ad alta intensità nel calcio giovanile: percorso di allenamento contro small-side games
Lo scopo di questo studio è stato quello di confrontare gli effetti allenanti di due differenti metodiche di allenamento (percorso di allenamento/interval training, small-side games) in giovani calciatori U19. Ad esso ha preso parte un gruppo di 24 giovani calciatori semi-professionisti (età 17,5 ± 0,5 anni, statura 176,4 ± 3,1 cm, massa corporea 73,3 ± 2,1 kg), che per sei settimane, durante il periodo competitivo (ottobre-novembre), suddiviso in due gruppi (gruppo ITG, n=12; gruppo SSG, n=12) ha svolto un protocollo di lavoro aerobico controllato. Il gruppo ITG si è allenato con un percorso di allenamento (3x6 min, 846 m, %Fcmax 90,6±1,4) due volte a settimana; il gruppo SSG ha utilizzato small-side games (2x6 min, 3vs3, dimensione campo 20x15 m, distanza media 731,5±45,3 m, %Fcmax. 96,2±3,0; 1x6 min, 4 vs 4, dimensione campo 40x20 m, distanza media 854,1±40,6 m, %Fcmax 89,1±2,4) due volte a settimana. Le capacità condizionali studiate (fitness aerobica, forza esplosiva, velocità e cambi di direzione) sono state valutate prima (pre-test) del protocollo di lavoro e dopo sei settimane (post-test) attraverso un test di resistenza (Yo Yo endurance test), un test di salto (CMJ), un test sui 30m in linea per la velocità, un test di cambi di direzione (COD). I risultati indicano che la differenza percentuale riscontrata nello Yo-Yo endurance test, valutato prima e dopo le sei settimane di allenamento, è statisticamente significativo sia per il gruppo ITG (diff=6,1%; n=12; p<0,001) sia per il gruppo SSG (diff=2,6%; n=12; p<0,001). Nel test di salto (CMJ) entrambi i gruppi hanno evidenziato un miglioramento dell’altezza di salto rispettivamente del 1% per il gruppo ITG (n=12; p=0,224) e del 3% per il gruppo SSG (n=12; p=0,005). Il gruppo SSG, inoltre, ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nell’esecuzione del test sui cambi di direzione (COD 6x5m) (Diff=1%; n=12; p=0,05). Mettendo a confronto le due metodiche emerge che
il gruppo ITG ha ottenuto risultati statisticamente significativi migliori nello Yo-Yo endurance test rispetto al gruppo SSG (3,5%). I risultati ottenuti nell’altezza di salto monitorata attraverso CMJ e i tempi di percorrenza registrati nei cambi di direzione,
dimostrano che gli small-side games producono effetti migliori (statisticamente non significativi) rispetto al percorso di allenamento.
MOVIMENTO E SALUTE
Pietro Luigi Invernizzi, Antonio La Torre, Lorenzo Sironi, Andrea Bosio
Un progetto di educazione alla salute attraverso il movimento
La prevenzione delle patologie degenerative del sistema cardio-respiratorio rappresenta uno degli obiettivi prioritari della medicina. L’attività fisica è ormai universalmente riconosciuta come un mezzo utile e potente per contrastare queste patologie degenerative. L’allenamento aerobico è il più raccomandato per questi scopi, ma anche l’allenamento di forza/tonificazione muscolare e il mantenimento di una buona mobilità articolare non devono essere tralasciati per il mantenimento di un buon stato di salute. La domanda è come sia possibile promuovere con successo la pratica di stili di vita attivi nelle varie fasce d’età e di diverso livello culturale. Scopo dello studio è quello di proporre un metodo economico, di facile utilizzo, valido e ripetibile e basato su valutazioni sottomassimali per quantificare lo stato di forma complessivo del soggetto e promuovere l’adesione ad un programma autonomo di allenamento. In uno studio pilota, 10 soggetti si sono sottoposti ad una valutazione iniziale e hanno successivamente intrapreso un periodo di allenamento di 4 settimane durante il quale avevano il compito di monitorare entità e durata delle tipologie di esercizio liberamente scelte. La modulazione del carico era autonomamente effettuata attraverso l’autovalutazione svolta dai partecipanti, i quali avevano come obiettivo il raggiungimento di un livello di attività fisica prestabilito. Al termine del periodo di allenamento, la valutazione è stata ripetuta. Il metodo di valutazione si è rivelato ripetibile e la strategia di allenamento autonomo è risultata valida se comparata a metodi di valutazione dell’attività fisica basati su questionari. In conclusione, l’approccio utilizzato per promuovere l’attività fisica in maniera semplice e non vincolata può essere considerato efficace per una popolazione sana.
ALLENAMENTO E APPRENDIMENTO EVOLUZIONISTICI
Jochen Lanagger
Un approccio evoluzionistico all’apprendimento e all’allenamento:l’utilizzazione di modelli di risposta geneticamente codificati nello sport
Attraverso una impostazione di tipo evoluzionistico all’apprendimento e all’allenamento viene tentato di dare ad essi un orientamento diverso da quello abituale, passando da un apprendimento che si basa su l’imitazione dell’immagine esterna del movimento (quindi su un punto di vista esterno) ad un apprendimento nel quale gli atleti sono stimolati a ricorre soluzioni individuali (basato quindi su un punto di vista interno), creando in allenamento e in gara situazioni che vengono interpretate come problemi la cui soluzione è contenuta in modelli di risposta geneticamente già codificati durante il processo evoluzionistico.
TRAINER’S DIGEST
A cura di Peter Tschiene, Mario Gulinelli
Caratteristiche fondamentali dell’adattamento delle atlete